ANNO 14 n° 118
Proust in cucina Gocce d'amore
>>>>> di Massimiliano Capo <<<<
01/12/2014 - 00:21

di Massimiliano Capo

VITERBO - Ci sto pensando su da un po’. A come cominciare e a dove voglio arrivare, mentre fuori tira un vento insolitamente caldo per la fine di novembre e il cielo è grigio come non vorrei mai che fosse.

Leggo che è morto Mark Strand, che è stato un poeta. Un grande poeta.

Ha scritto anche questa cosa, l’ho letta e poi riletta e poi di nuovo letta e ho deciso che sì, allora comincio così. Da qui:

Perfino cosi tardi avviene: /l’amore che arriva, la luce che viene./Ti svegli e le candele si sono accese forse da sé,/le stelle accorrono, i sogni entrano a fiotti nel cuscino,/sprigionano caldi bouquet d’aria./Perfino così tardi gli ossi del corpo splendono/e la polvere del domani si incendia in respiro.

Le poesie, come molte altre cose, non si spiegano: che a decomporle per trovarne il significato si rischia solo di perderne il ritmo interiore.

E il ritmo, basta aprire a caso una delle tante pagine di Celine per averlo chiaro dopo due battiti di ciglia, è tutto: per una pagina riempita di caratteri, per un pentagramma segnato di note, per i baci con la lingua alla ragazzina dai capelli rossi.

Poi vedo un video, un piccolo cartoon che dura meno di dieci minuti, in cui si racconta la storia, a metà tra fantasia e realtà, di Jackson Pollock e del suo dripping.

Jackson Pollock era un pittore americano, morto ormai da molti anni, con una vita piena di alcol e con una gran voglia di esprimere tutto il caos che aveva dentro di sé.

Il dripping è la tecnica che ha utilizzato per i suoi quadri più conosciuti e consiste nel lasciar gocciare il colore direttamente sulla tela (spesso appoggiata direttamente sul pavimento) da pennelli, spatole e quant’altro.

Lui, Pollock, racconta della energia che gli dava star dentro il quadro, camminarci sopra e sentirne la forza, il ritmo interiore, il groove.

Siamo dalle parti del jazz, della musica improvvisata, dell’interplay.

Dalle parti della magia che si scatena e ci attrae con la forza inusitata di tutto il dolore e di tutta la gioia che quelle linee e quelle macchie hanno la capacità di trasmettere: basta non mettersi lì a domandarsi cosa vogliano dire.

Dicono, punto.

Nel video, Jackson ruba i quadri più belli nei musei di New York, li appende alle pareti del suo piccolo appartamento studio e, come un supereroe, per trasformarsi (nei quadri stessi) se li mangia. Da questa indigestione, dalla feroce bulimia di una passione accecante, nasce il suo modo, unico e riconoscibile fra mille, di raccontarsi. Il timbro proprio della sua opera.

Eccolo: CLICCA QUI

È una cosa che ha a che fare col sogno e come quando si sogna, e si vuole realizzare qualcosa e ci si mette lì a far progetti, ci esce la passione e ci si sente forti forti e decisi e determinati.

Un po’ così, come diceva Tomas Milian in Manolesta: E così avemo volato. Io me tenevo forte e nun ci avevo paura. Me sentivo come se fossi senza peso, ’na piuma portata dar vento. Come quanno stai a nota’ sott’acqua e c’è ’na forza che te spigne sempre su, sempre su, che uno se domanna: «Ma allora come cazzo se fa’ a mori’ annegati?».

La stessa forza di un sorriso, la stessa energia di un abbraccio, lo stesso irresistibile desiderio che ci prende guardando la ragazzina dai capelli rossa che corre in un prato verde verde sotto il sole pieno dell’estate.

Poi ho letto un articolo di Franco Bolelli su Blow Up.

Più del titolo, a funzionare è il sommario: settantatre minuti e quaranta secondi di musica per una performance sessuale.

Ecco, ora torna tutto: siamo di nuovo dalle parti del ritmo, del battito del cuore che cresce con l’eccitazione, del respiro che si fa più forte: insomma, del groove.

Il groove: il dasein dei popfilosofi, e l’essenza della frittata con patate e cipolle di mamma Silvana:

Ingredienti:

4 uova

3 patate di media grandezza

1 cipolla

1 cucchiaio di parmigiano

sale

pepe

Soffriggete una cipolla piccola tagliata a fettine sottili, aggiungete le patate tagliate a dadini e salate leggermente. Nel frattempo sbattete con la forchetta 4 uova con sale pepe e parmigiano, e versate poi sulle verdure cotte distribuendo il composto uniformemente.

Quando la frittata sarà dorata da un lato, aiutandovi con un piatto o un coperchio grande quanto la padella, girate la frittata e dorate anche l’altro lato.

Buon appetito!

 





Facebook Twitter Rss